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giovedì 12 giugno 2008

Turismo in crescita?


Nonostante la recessione, il turismo mondiale è in crescita. A trainare il business ci sono sia i turisti sia le località dei Paesi emergenti. L’Europa resta la meta preferita, ma Estremo Oriente e Africa stanno vivendo un autentico boom. Sono questi i dati diffusi dalla World Tourism Organization. Secondo l’agenzia dell’Onu, il tasso di crescita media nel periodo 1995-2020 si attesterà sul 4,1%: “L’esperienza mostra che nel breve termine, periodi di crescita veloce (1995, 1996, 2000) si alternano a fasi di rallentamento (dal 2001 al 2003)”. Ci si attende quindi che l’attuale fase, condizionata dalla recessione mondiale, sia compensata nel medio-lungo termine. E l’Italia? Tutta l’Europa meridionale sta perdendo colpi rispetto a quella settentrionale e, soprattutto, rispetto alle nuove destinazioni dell’Estremo Oriente. Attualmente il Nord Europa cresce del 4,3% annuo, Asia e Pacifico del 7,1. L’Europa meridionale e mediterranea solo del 2,7. Il nostro Paese era nel 2004 la quinta meta turistica mondiale. Secondo le previsioni, nel 2020 slitteremo al settimo posto. Oltre a rivali “storici” come Francia, Spagna, Usa e Cina, ci supereranno anche Hong Kong e Regno Unito. La Cina scavalcherà la Francia come Paese più visitato al mondo. Il Dragone potrà contare su 130 milioni di arrivi all’anno, per una quota di mercato dell’8,3% e una crescita media (1995-2020) di 7,8 punti percentuali. I cugini d’Oltralpe, secondi, ospiteranno 106 milioni di turisti, per una quota di mercato del 6,8% e una crescita media del 2,3%. Terzi gli Stati Uniti (102 milioni - 6,6% - 3,5%), poi la Spagna (74 milioni - 4.7% - 2.6%), Hong Kong (57 milioni - 3.6% - 7.1%), il Regno Unito (54 milioni - 3.4% - 3.4%) e infine l’Italia (53 milioni - 3.4% - 2.1%). I dati 2007 che riguardano la Cina in quanto meta, ci parlano di 131 milioni di turisti circolanti, di cui 26,11 milioni stranieri, così suddivisi: 16.07 milioni dall’Asia; 6.21 milioni dall’Europa; 2.72 milioni dall’America; 728mila dall’Oceania; 379mila dall’Africa. Le agenzie viaggi sono 13.361; di queste, sono 1.364 quelle che organizzano viaggi all’estero. 10481 sono gli hotel. Nel 2001 l’industria turistica dava ufficialmente lavoro a circa 6 milioni di persone, una cifra che andrebbe notevolmente aumentata per avere un quadro attendibile della situazione attuale. Invece dell’Italia colpisce soprattutto il limitato tasso di crescita, non solo nei confronti delle locomotive d’Oriente - Cina e Hong Kong, entrambi sopra il 7% - ma anche rispetto ai competitors europei. Di recente, il nostro Paese ha ottenuto una notevole performance solo nel 2006, grazie alle olimpiadi invernali di Torino. In quell’anno fece registrare la maggiore crescita europea, un +12,4% rimasto ineguagliato. Auspici un po’ meno foschi sono quindi legati ad altri grandi eventi, come l’Expo del 2015 assegnato a Milano. Ma c’è chi sottolinea che, al di là delle manifestazioni eccezionali e per forza di cose estemporanee, andrebbe valorizzata di più la risorsa strutturale costituita dal turismo culturale. Le speranze a livello globale sono comunque riposte sempre più nel nuovo ceto medio dei Paesi emergenti. Nel 2007 i russi hanno compiuto un totale di 34 milioni e 300mila viaggi all’estero, circa 5 milioni in più rispetto all’anno prima. La maggior parte si è diretta in Turchia, Egitto e Cina. I cinesi, da parte loro, sono stati all’estero 47 milioni di volte. Dove sono andati? Soprattutto in Vietnam.


Articolo tratto dal sito:www.chen-ying.net



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