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martedì 1 luglio 2008

Perchè in Italia il turismo procreativo è diventato un must...

Negli ultimi anni non di rado si sente parlare di turismo procreativo. Ma cosa si intende con questa espressione? E' una nuova moda? Una nuova tendenza turistica? Beh, io più semplicemente l'ho definito un must, ossia un dovere per molte coppie italiane che desiderano realizzare un sogno: avere un figlio!

Si parla di turismo procreativo in riferimento a dei veri e propri viaggi di speranza che vengono organizzati da quelle coppie di giovani italiani che per problemi di sterilità non possono concepire un bambino e sono obbligati a rivolgersi all'estero per ricorrere alla fecondazione assistita. Sì, perchè in Italia c'è una legge, la legge numero 40 entrata in vigore nel 2004, che praticamente pone dei limiti alla diagnosi preimpianto e impone ogni anno a molti giovani coppie di sottomettersi al proprio destino. L'unica via di salvezza è scappare dall'Italia e trovare una soluzione all'estero: ogni anno sono almeno 15 mila le coppie di italiani che organizzano questi viaggi con la speranza di risolvere i propri problemi di fertilità. Ed è proprio in questi mesi estivi che generalmente ci si organizza approfittando di qualche giorno di ferie in più.
Costo di ogni ciclo: 8 mila euro!
Mete preferite: Spagna (dove si è registrato un vero è proprio boom), Svizzera e Belgio, ma chi vuole risparmiare si butta su Paesi come Grecia, Turchia e altri Paesi dell'Est come la Repubblica Ceca.

Intanto, mentre in Italia tra un pò nasceranno leggi anche sull'aria che respiriamo, in Gran Bretagna è stato istituito un ente governativo (hfea) chiamato ad assolvere funzione di regolazione e controllo su tutte le strutture dove si esegue la fecondazione. Insomma, una forma di garanzia per tutte le giovani coppie che fanno ricorso alla fecondazione assistita.

Beh, come si suol dire, fatta la legge trovato l'inganno!

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