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lunedì 16 giugno 2008

Petrolio alle stelle: voli low cost a rischio?


Ormai da diversi anni siamo abituati a muoverci per lavoro o solo per turismo a migliaia di km di distanza spendendo relativamente poco e con poche ore di viaggio. Il segreto? Volare Low-Cost.

La prima compagnia in assoluto che diffuse il modello del “prima prenoti, meno paghi” fu la statunitense Southwest Airlines nel 1971. In Europa il modello fu importato dall’irlandese Ryanair intorno agli anni ’90 mentre in Italia la Volareweb aprì ai voli low-cost solo agli inizi del XXI secolo.
Quali i segreti per viaggiare spendendo poco?


Molteplici. Si parte con il collegare “punto a punto” gli aeroporti senza l’utilizzo di scali intermedi; utilizzare un solo velivolo (spesso con un solo allestimento) abbattendo così i costi di manutenzione e formazione dei piloti; minimizzare i tempi morti degli aerei a terra (un aereo low-cost vola per la maggior parte della giornata); utilizzare aeroporti secondari (meno congestionati e più economici); vendere a bordo prodotti di aziende sponsor che costituiscono ulteriore fonte di reddito; assumere impiegati multiruolo (sia il personale di cabina che quello di terra puliscono l’aereo tra uno sbarco e il successivo imbarco); vendere i biglietti unicamente via internet abbattendo i costi di intermediazione; annullare la possibilità di cambiare il volo (se non con un pagamento di una penale); far decollare gli aeroplani quasi a pieno carico.

Qualcosa sta cambiando.

L’aumento dei costi fissi, soprattutto dovuto al petrolio che ha superato la barriera dei 120 dollari al barile, costringe le compagnie a cambiamenti più o meno profondi.
Alcune compagnie da low-cost si stanno trasformando gradualmente in compagnie “tutta prima classe”, oppure in operatori per soli uomini d’affari: da low-cost a full cost. La Air Berlin, dopo la riunificazione della Germania, diventò da low-cost a semi low-cost (prezzi variabili da pochi euro a centinaia di euro). La stessa Volareweb offre sia una tariffa low-cost che una tariffa flessibile (a prezzo molto più alto).
Altre compagnie, proprio per abbattere i costi fissi, stanno puntando invece su strategie differenti.
L’Alitalia ad esempio ha pensato di aumentare la quota di crociera (più la quota è alta più l’aria è rarefatta e i consumi più bassi). O ancora aumentare i tempi di crociera (riducendo la velocità) per abbattere i consumi, utilizzare carburanti alternativi (come sta sperimentando la Boeing) e in futuro fonti rinnovabili quali l’idrogeno. La stessa Boeing sta studiando inoltre velivoli con fusoliera portante (la fusoliera infatti è la fonte di resistenza più alta in un velivolo) in cui tutti i passeggeri sono ospitati in una gigantesca ala.

Si volerà di meno?

Probabilmente no. In un epoca dove volare è diventato indispensabile e dove il numero di passeggeri aumenta esponenzialmente di anno in anno, un aumento delle tariffe può solo bloccare il mercato e quindi la crescita delle compagnie stesse. Sì allora ad innovazioni e all’utilizzo di tecnologie alternative: perché, come diceva Henry Ford “c’è vero progresso solo quando i vantaggi di una nuova tecnologia diventano per tutti”.

Articolo di Gaetanocosimo Massari, tratto da www.testatealmuro.it

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